Intervento dello Storico
Giuseppe Paquariello


STORIA LOCALE: RECENTI CONTRIBUTI



Chi stamattina è andato in edicola, per comprare gli abituali giornali quotidiani, non ha
potuto non notare che insieme al “Corriere della Sera” veniva offerto, ovviamente con un
congruo contributo economico, una biografia di Napoleone, nientemeno di Georges Lefebre.
Di conseguenza non ha potuto non ricordare che la serie era stata inaugurata il mercoledì
precedente con il “Garibaldi” di Alfonso Scirocco (questa volta in omaggio), nostro
conterraneo di Formicola.
Ma ormai già da qualche anno le edicole sono ricche di offerte di libri di storia (d’Italia,
d’Europa e dei maggiori Stati, oltre ad Atlanti Storici ecc.), serie che potremmo ritenere
iniziate con la storia d’Italia a puntate di Indro Montanelli.
Vi è quindi una innegabile voglia di storia che trova corrispondenza nel filone, che potremmo
dire di fantasia o romanzesco (Il Santo Gral, Codice da Vinci, In nome della Rosa ecc.) e che
può spiegarsi con una vera e propria opera divulgativa operata negli anni scorsi da Giorgio
Bocca e Denis Mack Smith.
Non può tuttavia ignorarsi che è andata in crisi, la storia etico-politica di derivazione
ottocentesca (Ranke ecc.), come quella del Croce, cioè storia dei vincitori, dei personaggi,
degli avvenimenti principali. Mentre, con l’affermarsi delle scienze sociali, si è andata
affermando la storia delle piccole comunità, dei personaggi minori, dei vinti insomma la
microstoria (Annales, Bloch ecc.), pur non mancando i grandi affreschi (Brandel).
E’ andata allora in crisi ogni filosofia della storia (progresso continuo,
provvidenze, decadenza, fine della storia ecc.) mentre all’ostracismo per una storia
contemporanea si è sostituita la possibilità che anche la cronaca più recente possa essere
una storia scientificamente valida.
Ne è derivata l’attenzione e la scoperta della storia locale, non più soltanto erudita ma
fondata sulle fonti orali, sugli archivi notarili, sugli archivi comunali, sui registri
parrocchiali delle nascite e delle morti, sui giornali locali, sui libri mastri delle aziende
agrarie, sulla corrispondenza di famiglia, sulle foto ecc..
Ne viene fuori quindi, anche per la nostra provincia, uno spaccato della vita sociale, della
condizione di abbandono delle popolazioni, allora rurali prevalentemente, in cui
predominavano miseria, analfabetismo e violenza, sia pure in parte il tutto attutito dal
controllo sociale del clero e dei notabili, almeno fino a metà Novecento.
A questo punto è doveroso ricordare Carmine Cimmino, prematuramente scomparso, che ha fatto
fare un salto di qualità alla nostra storia provinciale con i suoi contributi a tutto campo
(lanifici, socialismo ecc.).
Così abbiamo scoperto il ruolo delle grandi famiglie (Visocchi, Leonetti, Spatuzzi, Gaetani
di Laurenzana ecc.), il ruolo della proprietà terriera, il peso dei prestiti monetari, il
ritardo della industrializzazione, la piaga della emigrazione, le responsabilità del
brigantaggio, le conseguenze della soppressione della Provincia nel 1927, la miopia della
classe politica e la trascuratezza delle risorse naturali ed artistiche.

è una realizzazione editoriale THE MOMENT