Intervento dell'Onorevole Regionale
Antonio Valiante




"Con la mia esperienza regionale che io ho avuto la regione produce
ciò che le comunità locali sono capaci di progettare di mettere
in cantiere. Questo detto in soldoni, detto in modo chiaro senza
vie traverse, la regione non ha interesse a non fare le cose utili che
vengono proposte e progettate, la regione ha interesse ad investire e
a realizzare tutto quello che il territorio è capace di produrre,
la regione ha la condizione per poter dare risposte positive. Ecco perchè
quando si richiama questo raccordo delle istituzioni locali su alcune necessità
e su alcune proposte questo discorso cammina, funziona.

Io non sono abituato a fare comunicati stampa, però ricordo che io fui assessore
al turismo che dirottò i primi 140 milioni di euro, da lì ne è scaturita
tutta la progettazione successiva, i fondi che stiamo utilizzando sono quelli
perchè io ero a conoscenza dei problemi che c'erano. I primi porti finanziati
sono stati Sapri e Agropoli e su questo che si è attivato un meccanismo.
Io sono del parere che dobbiamo seguire le linee del marketing territoriale,
un raccordo lo devono fare le province, non c'è la necessità dell'assorbimento
a livello locale laddove si perde la caratteristica del marketing territoriale
ossia la specificità. Mettere insieme tutta la produzione di un determinato
prodotto con tutte le diversità che ci sono tra le varie province
significa annullare una parte della qualità. Invece se la specificità locale si
mostra per quella che è insieme alle altre specificità si sommano tutte queste qualità
e non si assimilano.
Quindi rispetto a questo discorso dei porti la nostra idea è positiva,
la società campania navigando può restare in piedi in quanto coordina la politica
dei porti, però la gestione dei porti deve essere locale.
Non si può assorbire in organismi che hanno una funzione e un ruolo diverso
Cosa diversa è per l'aereoporto che sarà gestito in coogestione dalla società che gestisce Capodichino
e la cabina di regia sarà rappresentata da Provincia e Regione.
Noi abbiamo i titoli per entrare nella stessa società anche se non è partito
l'aereoporto di Pontecagnano. 
Di qui scaturisce la gestione specifica dell'aereoporto di Pontecagnano che entra nel
sistema e concorre per l'interesse generale. Noi non dobbiamo andare con il cappello
in mano da nessuno, dobbiamo pretendere di sederci al tavolo dove si governa
il sistema aereoportuale che si libera da sudditanze e provincialismi che non hanno
spazi nell'economia moderna.
Rispetto a questo discorso c'è da integrare le iniziative, le opportunità
che ci sono oggi non si sono mai avute e io intravedo di modificare la rotta.
E lo dico in virtù delle cose che ci guardano da vicino. Nel 2006 scade quel
finanziamento por di agenda 2000, poi partirà 2007-2013 che dovremmo restare con l'obiettivo
1. Io sostengo che questo percorso è da abbandonare, non dobbiamo più proporre
il mantenimento dlel'obiettivo 1. Noi dobbiamo mettere in campo una proposta che
l'Europa lascia propria e nella quale ci sta l'interesse del mezzogiorno.
E qual'è questa proposta? E' il mediterraneo che non deve diventare l'interfaccia
del mezzogiorno d'Italia ma deve diventare il riferimento del maggiore interesse
europeo. Il rischio oggi qual'è? Che l'Europa corri sui binari est-ovest,
questo è il vero rischio, e questo emarginerebbe sempre di più le aree a sud ,
noi invece dobbiamo puntare al rafforzamento dei corridoi nord-sud con una politica
europea che si salvi nel mediterraneo, e il mediterraneo diventi un riferimento della
politica europea. Questo perchè non si immagini che si integri alla parte debole
dell'Africa. Non è così in riferimento ai flussi che arrivano nel mediterraneo.
L'apertura di Suez ci porterà tutto il carico della produzione che si riversa
sull'europa e anche verso l'atlantico in quanto le navi non faranno più il giro
del mediterraneo. E se noi creeremo le piattaforme necessarie per gli stand commerciali
si creerà ricchezza e produzione. Nei rapporti internazionali è questa la condizione
che si presta meglio. Le aziende che devono produrre in un ambito ristretto sono
destinate a fallire.
Oppure a stare al servizio di chi vive in una determinata località, le aziende
che vogliono crescere devono guardare all'universalità.
Devono guardare al mercato globale. Questa è la condizione".
Nelle sue conclusioni l'onorevole Valiante ha sostenuto fortemente che la questione
meridionale non deve essere più vista nel rapporto tra nord e sud ma in una
concezione di tipologia a progetto.
Ed ha ribadito la creazione di un partneriato per la gestione dell'amministrazione
che è la condizione predeterminata a risolvere determinati problemi.
Infine ha ricordato che con gli ultimi finanziamenti si sta complentando
l'interporto, il prust e il villaggio d'Europa.

è una realizzazione editoriale THE MOMENT