Giuseppe Fresolone
Ricercatore Universitario


L'Italia nasce da un processo che già nel 1948 si era diffuso e affermato
sulla base ideologica di Benedetto Croce. Rispetto a questa posizione preanalitica
che teneva conto che agli italiani bisognava dare dei miti, ha risposto con altrettanta
superficialità, la storiografia inglese sostenendo che l'Italia è nata per caso
in quanto si sono create delle condizioni a livello internazionale che hanno
permesso la costruzione di questo stato.
"Voi non siete una nazione non lo siete mai stati anche il vostro sistema
politico è così frantumato e particolare" dichiaravano gli inglese, in quanto c'era la presenza di due partiti
che avevano riferimenti extrainternazionali (dc e pci), ed il nostro processo
di costruzione dell'identità nazionale era stato debolissimo.
Oggi le metodologie che si stanno applicando partono dall'analisi dei singoli
contesti territoriali. E finalmente si è liberato da queste categorie
interpretative che secondo me avevano compresso il ragionamento.
Un'ipotesi da formulare riguardava un èlite che guidava il processo.
Ma questo in qualche modo riguarda tutti come la francia. Gli illuministi giacobini
sono un'èlite, la stessa cosa avviene in Prussia, però il caso particolare
italiano è che a un certo punto, mentre negli altri stati nazionali si verifica
una saldatura tra èlite e masse, da noi questa cosa non avviene e il collante
che mette insieme èlite e masse è la proposta di riforma agraria.
Sia la germania che la francia riescono a coalizzare un blocco sociale perchè
propongono una soluzione al problema della terra. Ma in Italia questo problema non arriva a soluzione.
E quando nel 1848 maturano le condizioni per costruire la nazione italiana
l'illustre cittadino, La Francesca, si trova immerso in questo dibattito.
Che è un dibattito nel quale i salotti culturali napoletani sono protagonisti.
Francesco De Sanctis è uno degli intellettuali che partecipa attivamente al
dibattito. E in qualche modo la frequentazione con La Francesca accelerano il
dibattito soiale e politico.
E dunque nel '48 La francesca partecipa ai moti che riguardano il regno di napoli.
Nel '48 Eboli era una città borbonica, i difensori della costituzione sono isolati,
e torna a Eboli. Una sua caratteristica era quella di non rompere mai i legami con la
sua città. E qui si formula un aspetto della sua elaborazione, perchè lui ritiene che un
contributo del mezzogiorno al risorgimento debba tenere insieme centro e periferia.
Lui è scosso dagli eventi dl '48 perchè inizia a capire che sono maturate le condizioni
per l'unità nazionale ma il modo con cui si deve costruire quest'unità, si deve
decidere il modo con cui verrà liberato il mezzogiorno, anche per la futura organizzazione
dello stato. E lo scontro sociale è quello di capire che ruolo dovrebbero avere le
masse nella costruzione dello stato.
L'azione diplomatica deve essere prevalente rispetto all'azione militare che deve
supportare la costruzione dello stato, questo perchè non facciamo che espandere
i meccanismi istituzionali proprio del regno dei Savoia al resto d'Italia.
Mazzini dice che le masse devono essere protagoniste perchè la nuova Italia
deve anche spiritualmente cancellare la miseria delle classi dirigenti degli Stati preunitari.
E Pisacane ha un'origine socialista però appoggia questo concetto.
Non c'è una grande differenza temporale e culturale tra l'Impresa di Garibaldi e
quella di Pisacane. E' di tre anni dopo. E la diffrenza non è tra i 300 e i 1000 reclutati.
Pisacane decide di fare questo colpo di forza e ne è cosciente. Perchè nello
stesso anno in Francia si riuniscono le maggiori potenze europee, partecipa
Cavour, e si decide in qualche modo che l'Italia deve nascere, che maturi
questo processo e che lo stesso non deve alterare l'equilibrio tra le grandi potenze.
E dunque si asseconda esplicitamente l'idea di Cavour e dei moderati, e Mazzini
e Pisacane hanno paura di questa cosa. Perchè non nascerà ma nasceranno
delle condizioni che non favoriranno la nascita della nazione Italia.
Perchè nel momento in cui le masse sono protagoniste nello svolgimento dell'unità
nazionale noi avremo uno stato nuovo. Pisacane va a Gaeta e fa una cosa da folle.
Tra i trecento, 50 sono i politici gli altri sono delinquenti comuni.
L'azione, si deve fare, per scongiurare quell'altra cosa.
Che la nazione italiana deve essere costruita dagli italiani.
L'impresa dei Mille è tutt'altro. I 1000 che partecipano alla spedizione sono tutti
militari che hanno combattuto qualche anno prima in Crimea.
C'è il fior fiore dell'esrcito dei Savoia, ma Garibaldi prepara questa spedizione
dal punto di vista diplomatico e anche interno ragionando con i grandi proprietari
terrieri della Sicilia, della Calabria e Campania e prima di conquistare Palermo
ci sono le navi inglesi che sbarrano l'accesso alla marina borbonica che vuole
bombardare Palermo.
C' è un'attività preparatoria che deve accompagnare la spedizione di Garibaldi.
Il ruolo di Francesco La Francesca è differente rispetto ai suoi colleghi
liberali, è sempre cosciente in questo contesto e lui non è che viene chiamato
per difendere, è lui che propone di fare quella cosa.
E lui che facendo questa cosa manifesta la sua sensibilità ad allargare la base sociale.
E dal '70 lui ha un ruolo importantissimo nella preparazione dell'arrivo delle camice
rosse, perchè lui è il mediatore principale, in quanto lui dialoga con le società
operaie, con i contadini. A Salerno è protagonista di una operazione che impedisce
un ritorno dei borboni a Salerno, anzi un sostegno popolare. Lui organizza
il rientro del Vescovo nella Città.
Il che calma l'animo dei salernitani. Però è un uomo dall'impegno delle istituzioni
dà il suo sguardo alle società, e capisce che le istituzioni sono un anello sociale.
E quello che fa dopo l'unità d'Italia è coerente con il pensiero.
Viene esteso il modello istituzionale che è il regno dei Savoia. Sì propone l'idea
che lo stato dall'alto deve essere formato.
L'esempio calzante è dal tipo di modello di esercito che viene affermato in Italia.
Esistono due forme di modello di esercito: prussiano che è il meno costoso
territoriale una divisione costituita da cittadini che fanno parte tutti della stessa
regione. E viene applicato il sistema di reclutamento nazionale perchè l'esercito
territoriale non regge alle rivolte locali. Quello che succede dopo ci fa capire che
viene fatta questa scelta.
In questa fase La Francesca sostiene che lo stato italiano ha bisogno delle classi sociali
e per questo motivo che diventa amico di Francesco Crispi che si avvicina come esempio
a Bismark. Dopo aver avuto uno scambio di lettere, lui appoggia di avere un'Italia
più forte, cioè con delle istituzioni più forte, appoggiare anche le imprese coloniali.
Gli anni '80 sono anni drammatici in quanto c'è la crisi agraria, questo devasta il
modello di agricoltura meridionale e genera l'emigrazione di massa (dall'Italia agli USa)
e lui è molto preoccupato e atterrito perchè vede in questo processi di natura economica
lo sfaldamento delle comunità che sono l'altro perno che devono costruire lo stato nazionale.
Ed invita Crispi più volte a pagare la manutenzione della società meridionale.
E lui lo farà nella sua attività ad Eboli. La figura è stato prestigiosa. Individuare
in Francesco La Francesca la rappresentanza dell'intera comunità.