Daniele Fortini
Vice Presidente di Federambiente
Esperto società multiservice




L'intervento di Daniele Fortini è stato mirato allo sviluppo economico
delle società e alla tutela dei diritti dei lavoratori che lavorano nelle società
che si occupano di ambiente.
Fortini è partito dal contesto europeo a riguardo delle politiche dell'integrazione
ricordando che in europa sono presenti 25 stati e le cui risorse della comunità europea
saranno distribuite in questi stati. Di conseguenza gli attuali stati che hanno fatto
sempre uso di queste risorse vedrano ridotte la quantità delle stesse e ciò
è un fattore negativo soprattutto per il sud.
Per quanto concerne il contesto interno, l'Europa, per Fortini, è divisa in tre parti
i paesi più forti, la terza fascia e la fascia media di cui fa parte l'Italia;
ed è proprio la fascia media che sarà penalizzata tra cui grecia, Portogallo ed Italia.
"Il problema è che oggi il sindacato interviene in quanto, soprattutto nella nostra nazione,
chi è padrone delle vecchie regole del gioco le vuol far continuare ad esistere evitando di dialogare
e di pensare semplicemente alla competività mettendo in discussione anche il patto di stabilità.
In realtà oggi il governo centrale si gioca il futuro sui parametri di Maastricht
e finora ha cercato di adeguarsi.
Ma il problema principale è che la società si deve adeguare anche al primato del diritto
di un ambiente futuro. Dal 2005 ci sarà una nuova direttiva europea per le discariche".
FUTURO. "Il principio di responsabilità, sussidiarietà, di liberalizzazione e integrazione
europea vale anche nei servizi pubblici locali.
Oggi abbiamo che una società francesce ha acquistato l'edison e l'enel avrà la possibilità
di acquistare altre società che forniscano energia.
Per quanto riguarda la gestione di una discarica non è attività industriale ma
l'attività della stessa deve essere controllata dalle nuove tecnologie avanzate.
Per quanto riguarda la partnership pubblico privato è importante individuare un'opportunità
da accogliere.
Ossia riduzione del deficit pubblico e alleggerimento dei costi della burocrazia.
Si ha un'insofferenza del privato verso il pubblico per una questione di costi.
Allora è necessario prendere in merito delle soluzioni:
1) chi inquina paga 2) ridurre la produzione di rifiuti alla fonte 3) ridurre i rischi
4) recupero delle materie riutilizzabili.
Per quanto concerne i rischi c'è un 73% di pericolo mentre per quanto riguarda il recupero delle
materie riutilizzabili c'è una percentuale del 12%.
Per quanto riguarda la produzione di energia da riufiuti c'è una media dell'8% mentre al nord
si produce oltre il 30%.
Il problema è che per risolvere questi problemi sono necessarie sinergie da parte degli enti
predisposti, purtroppo moltre regioni italiane sono soggette al commissariamento che dura
da oltre 10 anni.
La soluzione è quelle di istituire una cabina di regia per dare le risposte nell'ambito
territoriale per la gestione dei rifiuti.
I comuni devono organizzarsi per poter gestire le politiche dei rifiuti.Bisogna puntare su
modelli di gestione, ovviamente non c'è un modello di gestione vincente.
Poi c'è il problema dell'Ato. In realtà un ato al di sotto dei 400 mila abitanti
non è possibile costituirlo in quanto antieconomico.
In realtà lo scopo è quello di creare delle vere imprese sul mercato per avere servizi
efficienti e: 1) dare la garanzia agli operatori 2) organizzare e avere imprese appetibili
3) fornire servizi utili ai cittadini

è una realizzazione editoriale THE MOMENT