Luigi Sbarra Segretario  Regionale Cisl


 

Care Amiche , Cari Amici , Autorità , Colleghi , Illustri Ospiti grazie della vostra
presenza e partecipazione alla nostra iniziativa convegnistica e sopratutto grazie di
essere intervenuti così numerosi.
La Calabria vive oggi una fase tra le più difficili e sofferte della sua storia dal punto
di vista civile , sociale , economico e produttivo aggravata anche a seguito degli
ultimi episodi tragici di recrudescenza mafiosa e criminale che hanno toccato il
cuore delle istituzioni regionali con il barbaro assassinio dell’amico Franco
Fortugno Vice Presidente del Consiglio Regionale della Calabria.
Un plauso alla Segreteria Nazionale della Fai e della Cisl per aver voluto
promuovere cinque incontri interregionali in preparazione della Conferenza
Nazionale su Forestazione e Ambiente programmata per metà Dicembre a Roma
ed anche per aver inteso avviare questo importante lavoro partendo proprio dalla
Calabria e dal profondo Sud.
Condividiamo l’assunto secondo il quale la Forestazione per le molteplici funzioni
economiche e sociali ed ambientali e per le condizioni legate alla sicurezza del
territorio rappresenta una risorsa da sostenere e valorizzare per lo sviluppo e per il
rilancio della montagna e delle zone interne.
Al contrario nel mondo, é in atto, in questi ultimi lustri, "una politica di
DEFORESTAZIONE" portata avanti molto spesso per esigenze speculative da
parte dei paesi ricchi ed industrializzati .
Solo da poco piú di un decennio si infittiscono appuntamenti ed iniziative di livello
internazionale sul tema Foreste ed Ambiente : Parigi "91 - Rio de Janeiro "92 -
KIOTO "97, vertici mirati a fermare la distruzione delle foreste ed a tutelare e
salvaguardare l'ambiente.
La nostra Regione in controtendenza mondiale negli ultimi decenni ha ampliato la
sua superficie boscata di 150 mila ettari, grazie all'intervento di forestazione e
grazie anche ai "famigerati" operai forestali.
La Calabria, infatti , con i suoi 640 mila ettari di boschi e foreste é tra le Regioni
Italiane che vanta uno dei piú alti indici di boscositá pari al 41,7 %.
Se a tutto questo si aggiunge:
• Attuale momento favorevole della politica ambientale con la istituzione di
Tre Parchi Nazionali - Pollino, Sila, Aspromonte e numerose riserve naturali e per
ultimo il Parco Regionale delle Serre Vibonesi;
• Una maggiore incisivitá delle politiche del territorio, dell'agricoltura e
dell’agro-alimentare che presenta dinamiche di sviluppo interessanti e sostenuti; 3
?? Una diversa considerazione delle Istituzioni Regionali e Locali che guardano
ai temi delle forestazione produttiva ed allo Sviluppo ambientalmente
sostenibile con una dimensione diversa dal passato , più pragmatica ed operativa
potendo contare anche su risorse ed investimenti comunitari diversi dal passato ,
anche se manca quel carattere di progettualità e di programmazione capace di
qualificare ed esaltare gli interventi.
La Calabria ,attraverso le sue Istituzioni Regionali ha creduto nell'intervento di
sistemazione idraulico forestale intrapreso dallo Stato ed ha continuato l'opera di
salvaguardare il proprio territorio geologicamente fragilissimo mettendosi al riparo da grossi disastri.
Oggi è necessario operare una svolta strategica in direzione dell’efficienza e della
produttività , del cambiamento e della qualità degli interventi se vogliamo
considerare la Forestazione e l’Ambiente una vera grande risorsa per lo sviluppo ,
la crescita e la modernizzazione della Calabria e del Mezzogiorno.
Questo non puó che passare attraverso una programmazione innovativa e razionale
degli interventi per come é avvenuto in passato con le leggi speciali.
L'importanza della Forestazione in Calabria ed anche ne Mezzogiorno é sempre
stata all'attenzione dei Governi Nazionali e Locali fin dai primi anni cinquanta e
giá da allora, vennero stanziati i primi fondi per rimboschire le pendici nude ed
acclivi in corso di erosione, che provocavano un enorme apporto di materiale solido
nelle aste vallive e pre-vallive dei torrenti, con danni enormi alle popolazioni ed
alle colture durante le piene controllate.
Successivamente con l'entrata in vigore delle "Leggi Speciali per la Calabria" gli
interventi di forestazione e di sistemazione idro-geologica furono intensificati ed i
finanziamenti sono stati sempre cospicui anche se non del tutto sufficienti.
Con l'avvento delle Regioni ( 1970 ) la Calabria si accolló la gestione diretta del
comparto "Forestazione", lo fece con propri uffici con l'Ente di Sviluppo Agricolo e
in un secondo tempo, con l'ausilio dei Consorzi di Bonifica.
Agli inizi degli anni "90 la Regione esce dall'intervento diretto di gestione del
settore e con Legge Regionale n° 20/92 istituisce l'Azienda Forestale della Regione
Calabria a cui affida la gestione della forestazione e di circa 55 mila ettari di
foreste demaniali.
Questa , in modo molto grossolano , é la storia e/o la sensibilitá della Regione
degli ultimi 50 anni verso il comparto in Calabria. Settore che, tra l'altro ha svolto
anche una funzione sociale, specialmente a cavallo degli anni "80, quando gli 4
operai idraulici forestali erano 32.000 unitá, ridotti ad oggi a circa 10.000 a causa
del blocco delle assunzioni dovute alla Legge 442/84.
Degli operai forestali in Calabria si può parlare e dire di tutto, comunque dalla loro
parte hanno un bilancio assolutamente positivo ed incontestabile, hanno creato 150
mila ettari di bosco ex novo.
In Calabria che era definita geologicamente da G. Fortunato " sfasciume pendulo
sul mare" le alluvioni non sono piú una nostra realtá e le pianure, una volta paludi,
oggi rappresentano la vera polpa e ricchezza della Regione e non vengono piú
nemmeno scalfite dalle storiche e selvagge alluvioni di una volta.
Questi sono dati incontrovertibili che noi poniamo sul piatto della bilancia, ogni
qualvolta in Parlamento si fanno i conti sui forestali calabresi.
Bisogna ripartire da una programmazione fattibile che riguarda soprattutto
montagna e collina, che in Calabria rappresentano il 93 % del territorio e nelle
Regioni del Sud, riescono ancora a condizionare, nel bene e nel male, parte delle
comunitá e perché no, lo sviluppo della pianura.
Dopo quasi un cinquantennio si puó affermare che in Calabria é stato creato un
manto verde di grande efficacia protettiva che in alcuni punti unisce i due mari
senza soluzione di continuitá e che ha dato i suoi pieni risultati in occasione delle
alluvioni del Sud Italia negli ultimi anni, dove si é visto che, a paritá di
precipitazione, i danni nella nostra Regione sono stati in proporzione minimi,
mentre nelle altre regioni dove minore é stata la considerazione per la forestazione,
il Governo centrale ha dovuto impegnare enormi risorse per soccorrere le
popolazioni colpite da alluvioni e per ripristinare i guasti provocati ai settori
economici, senza contare le vite umane perdute.
Tutto questo in Calabria non é avvenuto grazie alla copertura boscata.
Bisogna riconoscere che, per l'attivitá degli enti preposti e grazie alla manodopera
forestale comprendente operai professionalmente preparati, il manto vegetale creato
ci viene invidiato da buona parte delle Nazioni del Nord Europa e da quelle che si
affacciano sul Mediterraneo (Spagna, Grecia e Turchia).
Per questi motivi riteniamo che i fondi stanziati da parte dello Stato e
della Regione finalizzati a garantire un futuro alle attività ed agli interventi
forestali sono, non solo un fatto socialmente doveroso , politicamente corretto ma
anche e praticamente morale.
La forestazione deve, per il futuro rimanere in piedi per le urgenti ed
inderogabili manutenzioni delle opere; per il recupero al bosco delle aree
percorse dal fuoco, per completare gli interventi nei bacini imbriferi,ove non si è mai intervenuto.
Perché ? Gli operai hanno lavorato sempre nei propri Comuni di residenza che
sommano a circa 250 poco piú della metá dei Comuni Calabresi. 5
Dobbiamo invece portare gli interventi di forestazione produttiva anche nelle altre
aree della comunità regionale sino ad oggi non ancora toccate dalle attività di
difesa del suolo e manutenzione del territorio.
Solo cosí facendo si metterá definitivamente al sicuro l’intero territorio calabrese.
La sfida piú importante che oggi attende la Calabria è quella di sfruttare questo
grande patrimonio realizzato dalle attività agro-silvo-forestali , a fini sociali
turistici ed economici, coordinando le varie attivitá e successivamente affrontando
il problema dello sviluppo dell'Economia Montana utilizzando tutte le risorse
possibili in aiuto delle popolazioni che vivono ancora in montagna, che ad ogni
costo vanno trattenute in loco, con incentivi, servizi , detassazioni , politiche fiscali
differenziate ed ampliando le occasioni di lavoro e di impiego in aree non piú
soggette ad alluvioni.
Solo raccogliendo la sfida di come favorire lo sviluppo economico nelle aree
interne si potranno trattenere le popolazioni locali frenando un esodo verso valle
dannoso per tutti e specialmente per coloro che debbono lasciare le zone natie verso
un incerto futuro.
La Calabria ed il Mezzogiorno devono osare di più e scommettere , investire ,
valorizzare : Natura , Cultura , Risorse Umane in un nuovo processo di
sviluppo ambientalmente sostenibile.
Forestazione, in Calabria, é anche creare e curare i boschi.
Il bosco é una fonte di risorse naturali perpetuabili che per i suoi cicli vegetazionali,
abbisogna di una programmazione a lungo termine, in quanto le produzioni del
domani dipendono dagli interventi di oggi.
Per tali motivi é necessario un processo di recupero e riqualificazione del territorio
e delle potenzialitá economiche insite, ció puó avvenire attraverso la realizzazione
di una nuova forma di utilizzo delle proprietá forestali attraverso l'attivazione delle FILIERE.
Albero, bosco, legno, energia, turismo , ambiente e parchi; capace di recuperare il
giusto equilibrio tra: attivitá umane, sviluppo economico e protezione
dell'ambiente, con la possibilitá di creare una osmosi di manodopera tra
selvicoltura, agricoltura, ambiente, artigianato e Parchi nazionali.
Bisogna essere coscienti che non esiste incompatibilitá tra il tagliare l'albero per
produrre ricchezza e occupazione e curare l'albero per produrre ambiente. Gli alberi
sono doni della natura rinnovabili all'infinito se l'uomo ha impegno morale e
sociale di curarlo con il fine ultimo di conservarlo all'infinito. 6
Ma per conservarlo, proprio applicando tecniche precise silvocolturali, bisogna
anche tagliarlo come avviene nei Paesi del Mondo in grado di gestire una
forestazione sostenibile.
Non interessa a nessuno, se non ai vandali, tagliare l'albero monumento.
Dalla filiera predetta, in una Regione come la Calabria puó nascere una forte spinta
al raggiungimento degli obiettivi che l'albero crea: ambiente, lavoro e ricchezza.
I boschi sono il piú delle volte abbandonati, non curati ,invecchiano diventando
improduttivi e facile esca per il fuoco e conseguenzialmente pericolosi per
l'ambiente.
Per coltivarli occorrono programmazione, finanziamenti, piani di gestione,
occorrono idee, occorrono anche uomini , capacità e professionalità specie in
una Regione come la nostra dove la disoccupazione giovanile ha toccato livelli non
piú sostenibili.
Per queste considerazioni sulla montagna e sul bosco, potrebbe scaturire una
proposta, per i giovani, che potrebbe avere il pregio di creare certezze e di indicare
nuove vie per impiegare le loro braccia, la loro intelligenza e la loro capacitá.
Oggi si sente tanto parlare di biomasse e dello utilizzo delle stesse per la
produzione di "Energia pulita". Per biomasse deve intendersi un derivato del legno
e una qualunque massa di tipo biologica.
Il legno rappresenta rischi nulli per l'ambiente, produce emissioni comparabili a
quelle del gas naturale e non contribuiscono ad aggravare l'effetto serra.
Il legno nel breve periodo é visto dai piú, come una delle piú promettenti fonti di
energia pulita.
La biomassa legnosa é energia rinnovabile, e l'uso delle biomasse per la produzione
di energia risulta strategico per la salvaguardia dell'ambiente.
Le biomasse sono considerate la fonte di energia con maggiore potenzialitá di
sviluppo perché possono essere utilizzate per la produzione di:
1. combustibile solido per riscaldamento domestico;
2. per uso industriale;
3. per teleriscaldamento urbano;
4. per produzione di energia elettrica, vedi Cellulosa 2000 ex legnochimica.
L'incremento economico diventa cosí il fattore in grado di riavviare un'economia
forestale che possa produrre:
A. un'azione diretta sull'ambiente recuperando vasti territori per buona parte
abbandonati valorizzandoli e incrementando lo sviluppo sostenibile. 7
Per raggiungere tali obiettivi e necessaria:
1. la creazione di nuove figure professionali nel campo della bioenergia,
2. la permanenza degli operatori sulle montagne;
3. maggiore attenzione e controllo del territorio.
B. Un'azione diretta sul territorio potrebbe rappresentare un contributo non
indifferente al problema dell'occupazione giovanile .
Con l'utilizzo di cooperative di giovani nell'ambito di aziende boschive giá
esistenti per effettuare le operazioni di utilizzo e restauro dei boschi, quest'ultimo
inteso come una serie di operazioni selvicolturali quali: sfolli, diradamenti e
quant'altro necessario che serva a tenere pulito ed ordinato il bosco , e/o con la
creazione di cooperative di giovani rappresentati da piccoli proprietari che
decidono di specializzarsi nel campo dell'utilizzo e restauro dei boschi di loro
proprietá.
In quest'ultimo caso, vale a dire sostituire il lavoro dipendente con quello in
proprio, rischiando qualche cosa in piú ma con possibilitá di prospettive diverse.
Cosí facendo si arriverebbe alla ridistribuzione dei benefici prodotti da proprietá
forestali altrimenti inutilizzate.
Solo cosí facendo si estrinsecano i molti effetti positivi finalizzati al rilancio della
coltivazione dei boschi, tra i quali si possono annoverare:
• Il riutilizzo e miglioramento di un patrimonio boscato ormai abbandonato;
• I maggiori incrementi annuali della biomassa legnosa;
• La permanenza dell'uomo sulla montagna;
• Il maggiore controllo del territorio e difesa del suolo;
• La riduzione dell'effetto inquinante prodotto da altri combustibili sostituiti dalla biomassa,
• La riduzione dei costi che localmente si spendono per sostenere energie da riscaldamento;
• La prevenzione dei fenomeni regressi quali l'aumento del rischio di incendi, frane, smottamenti;
• Il miglioramento del benessere economico e sociale di lunghi periodi per i
lavoratori forestali e quindi delle comunitá locali;
• Il miglioramento della qualitá della vita ;
• La maggiore protezione della fauna;
• Lo sviluppo dei prodotti del sottobosco.
Per fare questo occorre che ci siano piú volontá convergenti, i proprietari terrieri
ed imprese boschive che magari vogliono investire, la Regione, lo Stato e l'Unione
Europea che devono prevedere sostegni e provvidenze da destinare a tali operazioni. 8
Quale occasione migliore di Agenda 2007 – 2013 che deve nella logica delle
riprogrammazioni degli interventi comunitari nelle aree obiettivo 1 , tenere conto di
una migliore politica di valorizzazione e sostegno delle attività collegate alla
Forestazione , alla Montagna , alla Politica Ambientale.
E' risaputo da tutti che un bosco coltivato, "pulito", curato, accudito é esca meno
appetibile per gli incendi boschivi, senza menzionare i danni all'ambiente, alla
economia.
Non va, comunque, sottovalutato che curando il bosco si avrá maggiore e migliore
protezione alla fauna ed un impulso ai prodotti del sottobosco, importati per
suscitare ritorni economici ed occupazionali.
I boschi sono la base dell'ecosistema, hanno importanza notevole sulla
conservazione del territorio e sulla salvaguardia dell'ambiente.
La Regione Calabria come ha ereditato dallo Stato ed ha creduto nel "sistema
Forestazione" cosí ha creduto ed ereditato " il sistema dei Parchi Nazionali".
Bisogna dare fiducia agli Enti Parco e bisogna sfatare quei luoghi comuni
che vogliono il parco come qualcosa dove NON Si DEVE FARE; il problema non é
quello di NON FARE, ma di COME FARE;
Se istituiscono un Consorzio di Bonifica o una Comunitá Montana, nessuno dice
niente, se istituiscono un Parco c'é l'ira di DIO!
Invece il PARCO:
E' un luogo di tutela, di valorizzazione, di promozione sociale, civile e culturale;
un luogo di ricerca scientifica di sperimentazione, di educazione ambientale,
didattica ambientale e formativa;
E' un luogo di fruizione turistica e ricreativa;
E' un luogo di equilibrio e di armoniosa convivenza tra sistemi naturali e sistema antropico.
Nella realtá i Parchi con la nuova concezione creano sviluppo, sono enti che mirano
alla conservazione delle risorse rinnovandole e conservandole per la fruizione delle
generazioni avvenire.
Sono occasioni per il miglioramento della qualitá della vita delle popolazioni che vi
risiedono e sono occasioni di possibile "sviluppo compatibile" che è l'unica forma
per restaurare il territorio, per renderlo piú accogliente, piú appetibile, per certe
zone che hanno conosciuto il sottosviluppo per centinaia di anni, sono comunque
occasioni di progresso ,crescita economica , occupazione. 9
Il trattato di Mastrich indica come direttiva dell'Unione Europea " la promozione di
uno sviluppo armonioso ed equilibrato ed una crescita sostenibile e non
inflazionistica che rispetti l'ambiente "
"..... la tutela ambientale deve essere integrata nelle definizioni e nelle attuazionî delle politiche delle Unione".
A livello generale, sull'ambiente, c'é questa tendenza che ahimè, bisogna
riconoscere, nelle Regioni del Mezzogiorno stenta ad affermarsi, certamente per
fatto culturale, cioé molto spesso si é abituati a fare un uso del territorio
assolutamente improprio: abusivismo edilizio , inquinamento , cementificazioni
selvagge , distruzione delle coste ,ecc. .
La Regione Calabria sta dimostrando sufficiente sensibilitá verso:
• i tre parchi nazionali, Pollino istituito nel 1993 di ettari 193 mila, Sila
istituito nel 2002 di ettari 77 mila, Aspromonte istituito nel 1994 di ettari 75 mila;
• numerose riserve naturali;
• il parco delle Serre Vibonesi istituito nel 1990 e perimetrato nel 2004 di ettari 30 mila.
I parchi del Sud non sono indenni da alterazioni rovinose dal punto di vista
ambientale ma in qualche modo i parchi calabresi continuano a contenere grande
valenza naturalistica e pochi scempi.
Eppure i nostri parchi hanno grossissime potenzialitá perché sono ricchi di natura
rigogliosa, paesaggi straordinari, bellezze uniche, ricchi di acque, con emergenze
storico - culturale notevolissime, ove é possibile godere di ricordi dell’antica
civiltá italiana e della Magna Grecia.
E' di questi ultimi giorni una scoperta di reperti archeologici, nel Parco Nazionale
della Sila, Comune di Spezzano Sila - Localitá Cupole, di una colonia greca
risalente ad oltre 5000 anni fa.
Quale futuro per la Forestazione Calabrese !
La Cisl da anni rivendica nel rapporto con il Governo Nazionale e Regionale , con
gli Enti di Gestione ed il sistema delle Autonomie Locali , un Progetto Strategico
a valenza pluriennale , integrato tra politiche agricole e forestali , turismo e 10
ambiente , trasporti e lavori pubblici , energia e attività produttive , lavoro e
formazione professionale che esalti la programmazione , l’innovazione e la
modernizzazione del settore , che aiuti una politica di riconversione degli interventi
forestali attraverso un’ottimizzazione delle risorse umane e finanziarie e renda
autenticamente produttivo il comparto della forestazione , per garantire e
salvaguardare i livelli occupazionali , per rilanciare le politiche ambientali , mettere
in sicurezza il territorio , valorizzare l’immenso patrimonio boschivo, per chiedere
definitivamente al Governo Nazionale l’abrogazione della Legge 442/84 .
Guai a farsi trascinare dalle tendenze e ritenere che la forestazione è un settore
improduttivo e caratterizzato solo da elementi di assistenzialismo . Ci sono
sicuramente cosa da cambiare per introdurre elementi di discontinuità con il passato
e questo chiama in causa il ruolo della Regione Calabria , dell’Afor , degli Enti di
Gestione che devono migliorare le attività legate al coordinamento, garantire
maggiore funzionalità , agire in modo unitario , organico , semplificando
procedure, rilanciare qualità e innovazione nella programmazione e nella
progettazione , riconversione degli interventi , controlli e verifiche sui risultati
finali da realizzare con severità e rigore colpendo sprechi , abusi , sacche di
improduttività.
Questo ad avviso della Cisl è necessario per prevenire attacchi e
strumentalizzazioni verso le attività di forestazione in Calabria ed evitare che il
Governo Nazionale continui nell’assurda ed ingiustificata azione di negare risorse
ed investimenti per garantire un futuro al settore.
Il Sindacato è cosciente e consapevole della necessità che il settore operi un salto di
qualità , una vera svolta in direzione di una maggiore produttività degli interventi di forestazione.
La Calabria grazie alla immensa superficie boscata viene definita dalla Unione
Europea “ Cuore Verde del Mediterraneo” una condizione unica , un’area di
eccellenza nel contesto nazionale e mediterraneo.
Questa particolare situazione e gli stessi indicatori di contesto andrebbero meglio
valorizzati e fatti conoscere soprattutto a quanti , e non sono pochi , a livello
nazionale ed anche nella nostra Regione non perdono occasione per tuonare contro
i forestali e l’intero settore.
Occorre portare avanti una campagna di informazione adeguata sulla forestazione
per contrastare luoghi comuni , visioni stereotipate ed interessate pronte ad
affiorare ogni qualvolta si richiedono interventi di natura progettuale e finanziaria .
Quanti nel Governo Nazionale , nella Lega Nord , in certa Stampa Nazionale sanno
che in Calabria l’indice di boscosità è del 43% mentre quello nazionale è del
28% , europeo 30% , mondiale 32%; che il 93% della superficie regionale è
montagna e collina e solo il 7% pianura ; che esistono 650 mila Ettari di Bosco che
costituiscono un patrimonio ambientale enorme da utilizzare ed impegnare ; che le 11
particolari condizioni di fragilità del territorio (le tragedie di Soverato , Crotone ,
Cerzeto sono la testimonianza concreta ) , le ricorrenti calamità naturali impongono
attività frequenti di bonifica , manutenzione ,salvaguardia , difesa del suolo.
Quanti realmente sono a conoscenza dell’enorme riduzione della occupazione del
settore che ,per effetto del blocco imposto dalla Legge 442/1984 , è passata dai
35.000 addetti del 1984 agli attuali 10.500.
Grazie all’opera dei forestali , alle risorse impegnate ed agli interventi attivati e
programmati la Calabria ha una condizione di relativa tranquillità rispetto al
fenomeno legato al dissesto idrogeologico , altra cosa è la situazione di Regioni
come il Piemonte , le vicende collegate alla Valtellina dove lo Stato ha impegnato
migliaia di miliardi per fronteggiare il rischio legato alle continue calamità naturali.
Si continua a tacere di fronte al fiume di denaro pubblico impiegato dallo Stato per
sostenere processi di riorganizzazioni e ristrutturazioni del sistema industriale e
produttivo delle aree del centro-nord , l’oceano di risorse statali investite per
finanziare il sistema degli ammortizzatori
sociale(cassaintegrazione,disoccupazione, indennità di mobilità , ecc) tutto
concentrato nelle regioni settentrionali mentre continua a fare scandalo la vicenda
dei forestali impegnati in un settore che rappresenta non solo il cuore dell’economia
regionale ma anche una prospettiva concreta di rilancio delle politiche ambientali ,
turistiche , di recupero delle aree interne .
Qui in Calabria , invece ,Governo Nazionale , Regione , Unione Europea
dovrebbero scommettere , investire , definire e concentrare programmazione e
risorse in un grande progetto di risanamento ambientale e del territorio , di
prevenzione del rischio sismico , di recupero di intere aree urbane degradate che
costituiscono se adeguatamente bonificate una formidabile opportunità di crescita e di sviluppo.
La vera sfida , quindi , per la forestazione del futuro in Calabria si gioca sul
versante della produttività , del rilancio e della riconversione del settore , della
riqualificazione degli interventi , della riorganizzazione delle strutture e del corretto
impiego ed utilizzo delle risorse umane.
E’ sbagliato , profondamente sbagliato pensare che tutte le maestranze ( 10.500
circa) possono essere impegnate sul terreno della difesa del suolo e della
manutenzione del territorio.
Occorre invece riorganizzare e rilanciare il comparto e le attività ad esso collegate
per un vero grande Progetto di Forestazione Produttiva seguendo almeno quattro
grandi questioni:
1) Difesa del suolo e manutenzione del territorio ;
2) Realizzazione di interventi produttivi legati alle filiere ( Legno , Bosco ,
Turismo , Energia) ;
12
3) Infrastrutture Civili e Servizi Collettivi nelle Aree Interne ( piazze , verde
pubblico , orti botanici , strade di accesso e di penetrazione , canali di
irrigazione , pulizia corsi d’acqua , ecc.) .
4) Difesa dagli Incendi Boschivi e Protezione Civile.
E’ necessario , inoltre , prevedere la nascita di una Scuola Regionale di
Formazione per Operatori Forestali capace di diventare riferimento scientifico e
culturale non solo per i bisogni legati alla riqualificazione degli attuali operai
idraulico forestali ma anche per dotare il nuovo personale di quelle
professionalità specifiche in grado di soddisfare le esigenze del comparto.
Per tali ragioni come Cisl Calabrese pensiamo che il nuovo progetto strategico
di forestazione produttiva in Calabria deve sinergicamente intrecciare
responsabilità delle Istituzioni Locali e della Forze Sociali capaci di mettere in
sequenza: programmazione degli interventi , strumenti e soggetti per la
realizzazione , risorse umane e finanziarie necessari per realizzare gli obiettivi di
natura progettuale.
Il contenitore legislativo necessario per organizzare il progetto di forestazione
produttiva per i prossimi cinque anni potrebbe essere un’Accordo di Programma
Quadro da sottoscrivere tra Stato - Regione per far uscire definitivamente il
comparto dalla provvisorietà e dalla precarietà operando invece per soluzioni di
tipo strutturali in grado di risolvere l’annosa vertenza della forestazione
calabrese.
In tale direzione la Cisl Calabrese è pronta a dare il proprio contributo propositivo e
costruttivo sostenendo tali argomentazione in Calabria al tavolo di confronto e di
concertazione già avviato dall’Assessore Regionale On. Mario Pirillo ma anche a
livello nazionale impegnando a tale scopo la Segreteria Nazionale della Cisl per
rivendicare nel rapporto con il Governo Nazionale responsabilità diretti a
difendere e salvaguardare per i prossimi anni le attività di forestazione ed i livelli
occupazionali del comparto.

è una realizzazione editoriale THE MOMENT